Strumenti del percorso formativo
Durante il percorso saranno proposte sollecitazioni atte a stimolare la narrazione individuale sotto diverse forme; ogni partecipante potrà decidere se condividere o no la propria narrazione con il gruppo. Il gruppo è uno strumento importante perché permette meccanismi di rispecchiamento e reciprocità.
La prima parte sarà dedicata alla sperimentazione delle pratiche autobiografica attraverso strumenti di lavoro individuale, quali produzione di testi attraverso l’utilizzo di dispositivi tematici, e strumenti di lavoro collettivo, quali condivisione e analisi dei materiali prodotti. La seconda parte verterà sulla raccolta di storie. I partecipanti sperimenteranno il colloquio narrativo e la scrittura della storia altrui.
La terza parte sarò dedicata alla progettazione di contesti narrativi, come laboratori autobiografici, e di raccolte di storie. Il codice preferenziale sarà sempre quello della scrittura (di sé o degli altri) senza escludere l’utilizzo di altri codici utilizzabili come dispostivi (oralità, immagini fotografiche, disegni).
Programma
1° incontro.
Presentazione programma ed introduzione teorica
L’identità professionale
2° incontro
Gli eventi marcatori della propria storia professionale
3° incontro
I mentori
4° incontro
Le strategie di coping
5° incontro
Ritratti
6° incontro
Raccogliere una storia; introduzione teorica
Sperimentazione del colloquio narrativo
7° incontro
La costruzione della traccia
8° incontro
Costruire contesti narrativi
9° incontro
Progettare raccolte di storie
L’approccio autobiografico
In Europa si sono sviluppati in questi anni modelli di lavoro autobiografico diversi per premesse, scelte epistemologiche e priorità operative. In Italia si è diffuso e sviluppato il modello “bio-sistemico”elaborato dal prof. Duccio Demetrio (Università degli Studi di Milano – Bicocca ).Al centro dell’interesse del “metodo autobiografico”vi è l’utilizzo delle storie di vita, delle condizioni e dei processi cognitivi che consentono il racconto in una prospettiva autoformativa e riflessiva. Nella pratica autobiografica ci si trova di fronte a due percorsi cognitivi diversi e collegati: da un lato il ricordo legato all’esperienza personale e dall’altro la narrazione del ricordo che produce sapere.
Per consentire apprendimenti, nonché cambiamenti, il pensiero autobiografico deve stimolare processi auto-cognitivi che esigono una distanziazione da sé ossia la possibilità di dividersi senza perdersi per potersi “guardare”(bi-locazione cognitiva), che può essere prodotta dal confronto con gli altri, dalla distanza temporale e dalla meta-riflessione.
I motivi della pratica autobiografica sono:
1. il motivo metacognitivo, lo scoprire di essere degli esseri cognitivi, capaci di pensiero e capaci di costruire autonomamente conoscenza;
2. il motivo della rivitalizzazione, ossia il porsi come soggetto testimone della propria esistenza, il rimettersi in gioco come individuo in un percorso di progettazione, di apprendimento e di crescita;
3. il motivo euristico, il mettere in luce, lo svelare, lo spiegare e comprendere la propria realtà individuale;
4. ll motivo del cambiamento, il produrre risonanze significative che possono avviare trasformazioni nel soggetto.
Iscrizioni&informazioni
Inviare la richiesta di informazioni o l’iscrizione a:
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Iscrizioni sino a esaurimento posti
Quota di partecipazione: € 180
Info: 3392509509