Mercoledì 24 Giugno 2020 07:15

Libere di scegliere

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Ultima arrivata  l'Umbria, a inventarsi regole senza fondamento pur di impedire alle donne l'accesso alla RU486, la pillola che consente l'interruzione di gravidanza in modo meno invasivo e meno doloroso.
Ultima di una lunga serie. Correva l'anno 2010 e ci hanno provato anche in Piemonte. Allora,  alcune di noi dell'allora Movimento torinese donne per l'autodeterminazione, con il supporto della Casa delle donne e di Videocommunity, abbiamo prodotto uno spot di controinformazione, mettendo in scena i nostri corpi,  le nostre voci e i nostri occhi. 
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Occhi da tenere sempre aperti.  Perché ogni tanto ci riprovano... Il Ministro della Salute chiede ora lumi al Consiglio Superiore di Sanità (CSS). Ma perché, se lo stesso CSS dieci anni fa ha già emanato chiare linee guida e nulla, nel frattempo, è accaduto che giustifichi una revisione di quelle linee guida, del resto in linea con l'Europa e con la comunità scientifica tutta?
Sono tante le lobby, di destra, fondamentaliste, quella potente degli obiettori che premono. Ministro Speranza, basta dire "Le linee guida ci sono e vanno rispettate". E farle rispettare.